Archivio screening
PROGETTO SCREENING
I disturbi specifici del linguaggio e dell’apprendimento rappresentano uno dei principali motivi di consultazione dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile sia ospedalieri sia territoriali, pubblici e privati.
Da alcuni anni, inoltre, nella scuola è aumentata l’attenzione verso gli alunni che presentano difficoltà nell’acquisizione del linguaggio, delle abilità di lettura, scrittura e calcolo. Essi riguardano alunni che, seppur caratterizzati da un livello cognitivo nella norma e dall’assenza di disturbi di tipo organico, presentano difficoltà nelle attività logico-matematiche e di letto-scrittura.
La casistica generale riporta in letteratura una frequenza media di Disturbo Specifico di Apprendimento (dislessia, disortografia e discalculia) pari al 5-6% della popolazione scolastica, e una parte rilevante di tale percentuale ha come esordio un disturbo del linguaggio. Si consideri, inoltre, che questi dati non tengono conto dei bambini senza segnalazione, per cui senza una diagnosi.
La letteratura scientifica e la nostra esperienza clinica ci mostrano come sia importante non sottovalutare questi disturbi, poiché essi possono incidere nella vita (scolastica e non) dell’individuo e comportare un percorso scolastico difficoltoso condizionando molti altri aspetti della vita di questi bambini, come ad esempio una compromissione della sfera emotivo-relazionale e comportamentale. Molti studi, infatti, evidenziano il rapporto tra i disturbi dell’apprendimento, marginalità sociale e patologia psicologica.
Per questi motivi, la scuola si connota come un contesto privilegiato non solo di osservazione e di rilevazione dei problemi di apprendimento, di comportamento e di gestione delle emozioni, ma anche come luogo di indirizzo per gli alunni e le loro famiglie verso una risoluzione efficace e tempestiva delle difficoltà.
Oggi è, infatti, possibile intervenire in modo tempestivo (a partire dalla scuola dell’infanzia) al fine di mettere in atto adeguate strategie di prevenzione del disagio cognitivo, emotivo e relazionale.
Diventa importante formare una cultura dell’attenzione verso tali difficoltà, che consenta di andare oltre il giudizio sommario, per muoversi verso una reale comprensione della situazione.
Uno degli obiettivi, quindi, di tale lavoro di prevenzione, diventa anche un’accurata formazione degli insegnanti che, nel rispetto del loro ruolo professionale, possano agire da primi osservatori del problema. In tal senso appare utile affiancare ai docenti, in questa delicata fase di analisi delle difficoltà, professionisti preparati che possano svolgere attività di formazione e supervisione del lavoro osservativo e condividere con gli insegnanti i dati emersi.
Sulla base di queste considerazioni, il nostro Centro dall’anno scolastico 2008-2009 ha avviato un progetto di screening, interamente autofinanziato, rivolto alle classi prime per una valutazione delle difficoltà di linguaggio di tipo fono-articolatorio e delle abilità metafonologiche di base indispensabili per l'apprendimento della letto-scrittura, e alle classi seconde era stata proposta una valutazione volta all'individuazione delle difficoltà di letto-scrittura e dei potenziali disturbi dell’apprendimento. In seguito a tale valutazione, eseguita all'interno del plesso scolastico durante le ore di lezione, sono state inviate lettere di rimando per le famiglie, in cui veniva tracciato un breve profilo in base ai risultati ottenuti.
In particolare, per quello che riguarda le classi prime si sono acquisiti i seguenti dati:
- 58,9% dei bambini ha un profilo adeguato;
- 13,1% dei bambini necessita di un controllo a distanza di 6 mesi;
- 10,2% dei bambini necessita di un ciclo di terapia logopedica per lieve difficoltà fono-articolatoria;
- 17,8% dei bambini necessita di un approfondimento diagnostico.
L’82% delle famiglie che ha ricevuto una segnalazione ci hanno contattato per avere maggiori delucidazioni circa il progetto e il risultato dei test, il 37% ha effettuato una prima visita presso il nostro centro e il 28% è stato inserito in trattamento.
Per quello che riguarda le classi seconde, nello stesso anno scolastico, si sono osservati i seguenti risultati:
- 64,3% dei bambini ha un profilo adeguato;
- 13,6% dei bambini necessita di un controllo a distanza di 6 mesi;
- 22,1% dei bambini necessita di un approfondimento diagnostico.
Il 56% delle famiglie che hanno ricevuto una segnalazione ci hanno contattato per avere maggiori delucidazioni circa il progetto e il risultato dei test, il 34% ha effettuato una prima visita presso il nostro centro e il 28% è stato inserito in trattamento.
Nell’anno scolastico successivo per le classi prime si osserva quanto segue:
- 77% dei bambini ha un profilo adeguato;
- 7% dei bambini necessita di un controllo a distanza di 6 mesi;
- 4% dei bambini necessita di un ciclo di terapia logopedica per lieve difficoltà fono-articolatoria;
- 12% dei bambini necessita di un approfondimento diagnostico.
L’79% delle famiglie che ha ricevuto una segnalazione ci hanno contattato per avere maggiori delucidazioni circa il progetto e il risultato dei test , il 56% ha effettuato una prima visita presso il nostro centro e il 48% è stato inserito in trattamento.
Mentre per le classi seconde, nello stesso anno scolastico, sono emersi i seguenti risultati:
- 71.6% dei bambini ha un profilo adeguato;
- 10.1% dei bambini necessita di un controllo a distanza di 6 mesi;
- 18.3% dei bambini necessita di un approfondimento diagnostico.
Il 52% delle famiglie che hanno ricevuto una segnalazione ci hanno contattato per avere maggiori delucidazioni circa il progetto e il risultato dei test, il 48% ha effettuato una prima visita presso il nostro centro e il 45% è stato inserito in trattamento.
L’esperienza precedente si è, quindi, connotata per la sua positività, sia per il rapporto con i docenti sia per i risultati ottenuti e soprattutto per la soddisfazione e l’interesse mostrato dalle famiglie. Abbiamo, inoltre, potuto verificare quanto lo screening permetta di poter testare una maggior quantità di soggetti e di poter quindi individuare per tempo eventuali bambini a rischio di DSA.
Tuttavia al termine di questa esperienza biennale, è stato necessario riflettere sul metodo utilizzato, avvalendosi di un’analisi qualitativa e quantitativa dei dati ottenuti.
Per verificare la sensibilità dello strumento si sono confrontati i dati relativi ai bambini testati nei due anni di lavoro.
T1 | T2 | |
POSITIVI | 33 | 28 |
VERI POSITIVI | 14 | 14 |
FALSI NEGATIVI | - | 14 |
FALSI POSITIVI | - | 19 |
Sensibilità = (VP/VP+FN) x 100 = 50% |
Analisi statistica della sensibilità dello strumento
T1: bambini frequentanti la classe prima della scuola primaria
T2: bambini T1 (classe seconda della scuola primaria) ad un anno dalla prima valutazione.
I soggetti veri positivi, cioè i bambini segnalati in entrambi gli screening sono risultati 14.
Al T2 si registrano 14 falsi negativi, cioè 14 bambini segnalati al T2 che non erano stati segnalati al T1.
Al T2 si registrano inoltre 19 falsi positivi, cioè 19 bambini segnalati al T1 non risultano avere difficoltà al momento della valutazione T2.
Analizzando i dati di questo screening si arriva alla conclusione che lo strumento utilizzato ha avuto una sensibilità pari al 50%, non riuscendo quindi ad individuare in prima elementare soggetti a rischio che si sono evidenziati tali durante lo screening effettuato poi in seconda.
Tale analisi ci porta a pensare che la scelta delle prove testali utilizzate, vada perfezionata ed ampliata al fine di diventare uno strumento più sensibile, così da rilevare nelle classi prime della scuola primaria indici predittivi per la segnalazione di eventuali soggetti a rischio.
Sempre riflettendo sui risultati ottenuti da questo lavoro, ci si rende conto che in questo caso non sarebbe risultato molto utile intervenire sui bambini risultati come possibili soggetti a rischio in
prima elementare: se avessimo effettuato un intervento sulla base dei risultati di questo screening sulle classi prime, avremmo agito anche su soggetti che in realtà non avevano un effettivo bisogno, perché falsi positivi.
Infatti più del 50% dei soggetti segnalati a rischio al T1 sono poi risultati soggetti dl profilo adeguato in seconda elementare.
Da qui l’esigenza di una riflessione più puntuale sui fattori di inclusione e di esclusione e dando il giusto spazio a tutte le variabili e ai fattori che possono influenzarne il risultato.
Sarebbe utile inserire nello screening della classe prima anche prove che indaghino altri indici predittivi, quali ad esempio le abilità visuo-spaziali, la scrittura di parole.
Effettuando lo screening, inoltre, è emersa la necessità e l’importanza di inserire nel progetto uno spazio per la formazione del personale docente, volto all’individuazione di elementi di sospetto di difficoltà di apprendimento o disagio scolastico e alla relativa comunicazione alla famiglia di tali elementi.
Un altro aspetto su cui puntare l’attenzione durante il prossimo screening sarà la maggior cura nella presentazione del progetto ai genitori. Oltre alle lettere di presentazione e restituzione già previste in questi due anni, sarebbe utile un incontro per illustrare le finalità del progetto e i rischi di un disturbo dell’apprendimento non segnalato.
Per quanto concerne la valutazione dei prerequisiti linguistici dei bambini che frequentano l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, è stato proposto un progetto di screening, interamente autofinanziato; l’attività è stata accolta da un’unica scuola.
Tale valutazione comprendeva l’individuazione di eventuali difficoltà di linguaggio di tipo fono-articolatorio e la verifica delle abilità metafonologiche di base indispensabili per l'apprendimento della letto-scrittura.
Dalla valutazione, svolta su un totale di 46 bambini, pari al 96% delle famiglie coinvolte, (due famiglie non hanno accettato in quanto i figli sono già seguiti da altri centri per problematiche di competenza NPI) emergono seguenti dati:
- 32% bambini hanno un profilo adeguato;
- 3% bambini necessitano di un controllo a distanza di 6 mesi;
- 6% bambini necessitano di un ciclo di terapia logopedica per difficoltà fono-articolatoria;
- 5% dei bambini necessitano di un approfondimento diagnostico
Su tale campione non è possibile svolgere un’indagine statistica, in quanto non esistono al momento dati comparativi.